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by Loretta Dalola

Delitti: racconta i casi di cronaca nera più famosi della storia italiana

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Torna l’appuntamento su History Channel con i casi di cronaca nera che hanno segnato la Storia italiana degli ultimi anni. Unendo il rigore documentale dell’inchiesta al ritmo serrato del noir, ogni episodio ricostruisce un evento delittuoso che si è impresso nella memoria collettiva del paese e che talvolta, ancora oggi, non è giunto a una conclusione certa.

Oggetto di ogni episodio, omicidi che hanno sconvolto e diviso l’opinione pubblica italiana perché hanno visto coinvolti bambini e adolescenti. Atti disumani, spesso frutto di un rapporto conflittuale fra genitori e figli, come il delitto di Cogne che ancora oggi suscita emozioni. Un delitto atroce. Un bambino di appena tre anni.

Anna Maria trova il corpo straziato di suo figlio Samuele. Le indagini rivelano il più tragico dei sospetti. Inizia uno dei casi più discussi degli ultimi anni.

La madre, con voce concitata, chiama il 118, chiede aiuto per il figlio che vomita sangue…arriva nel frattempo, un’amica, Ada Satragni, psichiatra, che presta i primi soccorsi a Samuele, sospetta un aneurisma, fascia la testa al piccolo, poi si chiamano i carabinieri, arrivano i medici del pronto soccorso  che trasportano il corpicino all’ospedale e ne dichiarano la morte per assassinio. Inizia la caccia.

La madre comincia un racconto che ripeterà nel tempo, nel breve tempo in cui ha accompagnato il figlio più grande allo scuolabus, qualcuno è entrato in casa.

Chi ha ucciso Samuele?  Chi può massacrare un bambino così piccolo e in così poco tempo?

Il delitto di Cogne si rivela subito un giallo.  Un giallo con un solo sospettato. Un’ipotesi atroce, difficile da accettare, a commettere il delitto è stata proprio la madre.

Mentre gli inquirenti indagano, avanzano i media.

L’interesse mediatico è fortissimo, un delitto che richiama l’attenzione e coinvolge una madre dalla faccia infantile e dalla voce irritante, piagnucolosa e subito l’opinione si divide…i media vogliono capire, informare e fare da investigatori. Iniziano le indagini parallele a quelle dei carabinieri e del Ris, vengono coinvolti giornalisti, ricostruzioni in studio, esperti a confronto, interviste.

Cogne, da piccolo paese di montagna diventa il luogo del delitto mostruoso.

Si torna alla madre e si analizzano le dichiarazioni e le reazioni. Parole contraddittorie, prima vomita sangue, poi gli è scoppiata la testa, poi è morto e resta ferma, immobile a guardare l’elicottero che si alza in volo, con il figlio… poi chiede al marito di fare subito un altro figlio…

Cominciano le perizie psichiatriche, che rivelano lo stato di stress della donna, e ancora nuove tracce sul pigiama, indossato da Annamaria…la posizione di chi ha colpito è senza ombra di dubbio, sul letto in ginocchio.

E’ stata lei! Viene arrestata.

La tempesta mediatica continua e divide i pareri, colpevolisti e innocentisti.

Annamaria nega tutto e chiede giustizia. E’ incinta!

Si presuppone che il suo stato emotivo disturbato, il suo stato di ansia, sia il fattore che abbia scatenato il susseguirsi meccanico dei colpi. Diciassette ferite. Il pianto del piccolo ha innescato, l’atto aggressivo, seguito dalla lucida razionalità della gestione post-omicidiale e infine la rimozione.  Arriva la condanna.

Lei afferma:” Non è nella mia mente che troverete l’assassino”! Forse ha funzionato il tasto:DELETE!

Nel 2008 la donna è stata condannata in Cassazione, con sentenza definitiva, a 16 anni di detenzione, ridotti a 13 per via dell’indulto.

Secondo gli esperti Annamaria Franzoni, madre assassina di suo figlio Samuele, tornerà in libertà, al più tardi, entro il 2013 e potrà riabbracciare la sua famiglia

Uno dei delitti italiani, più eclatanti, rimane un mistero d’Italia!

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