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by Loretta Dalola

Professioni anti-crisi

6 commenti


Noi italiani ne siamo ghiotti e primi consumatori di pane, pasta e dolci. Sono i primi che i dietologi ci tolgono eppure tutti apprezzano la bontà di questi alimenti e i ragazzi in tempo di crisi possono farne un ottimo investimento professionale. Il servzio di TG2 Costume e società dedica particolare attenzione alle nuove tendenze del mercato che così faticosamente tenta di riemergere dalla crisi internazionale.

I panettieri e i cuochi  sono  i lavori più ricercati al al mondo e tutt’altro che sottopagati. Sì perché in questo periodo in cui aumentano i disoccupati ci sono molte professioni che ancora tirano e che permettono di trovare facilmente uno sbocco lavorativo e stipendi anche molto elevati. Il panettiere è tra questi e i ragazzi anche appena usciti dalle scuole medie avranno  certamente pochissima concorrenza,  visto che il 40% delle offerte in questo tipo di mestiere non trova addetti qualificati. In totale i posti di lavoro vacanti superano le 150.000 unità: un dato davvero significativo in tempi di grossa crisi occupazionale come i nostri. Il panettiere è un mestiere antico, che lascia ancora spazio alla creatività e se affrontato con passione può riservare ampie soddisfazioni, non solo economiche. Condizione necessaria per svolgere la professione è il lavoro notturno. Sempre meno giovani italiani sono disposti ad affrontare i faticosi orari tipici di questo lavoro: si incomincia all’una e si stacca alle 9 di mattina ma rispetto a un tempo l’attività è meno faticosa. Le impastatrici automatiche, la lievitazione programmabile e i forni a gas computerizzati hanno alleggerito molto il peso della produzione.

I numeri parlano chiaro la produzione di pasta è alta, siamo i primi al mondo per fantasia e qualità. Dalla Sardegna alla Lombardia i segreti di questo cibo sono legati al territorio e ognuno ci impasta i propri prodotti locali che aggiungono sapori e colori. E’ difficile stabilire come sia possibile che l’incontro tra acqua e semola abbia dato vita al piatto preferito dagli italiani, di così semplice intuizione e così sofisticato al tempo stesso: la pasta. Certo è che l’Italia è il maggiore produttore al mondo, e anche il maggior consumatore. In realtà, sebbene sia apprezzata e gradita in tutti gli angoli della terra, da noi più che una pietanza, la pasta rappresenta un vero e proprio culto, un modo di stare insieme, un momento intimo familiare.  Disponibile ormai in 500 formati, al mondo ne vengono prodotti in totale 13,1 milioni di tonnellate e sono 45 i paesi produttori. Il consumo pro capite nel mondo oscilla tra i 5 e i 6 kg e all’Italia spetta il record con 26 chili di pasta a testa.  A questo cibo è stato affidato il compito di celebrare la versatilità della pasta con piatti simbolo che esplorano le nuove frontiere di un alimento capace di rinnovarsi e mantenersi allo stesso tempo legato alle sue radici.

 E allo zucchero non si rinuncia. Inventiva e abilità culinaria hanno trasformato in designer la pasticceria dando sfogo a veri e propri talenti della decorazione.  Anche i mestieri più golosi, gelatai e pasticceri, sono molto ricercati: oltre il 30% dei posti resta vacante. E più che un pasticcere, oggi la lavorazione di dolci  è un vero e proprio  atto artistico, firmato da passione, fantasia e talento. E visto che i tempi sono duri, i maestri del dolce, soddisfano tutte le tasche, tante infatti,  le pasticcerie che dopo le 20.30 vendono i loro prodotti a metà prezzo, aumentando le loro entrate, e tante anche le offerte speciali che invogliano al consumo  di  gelati anche nei periodi più freddi, iniziative che incrementano le vendite e aggiungono piacere alla vita.

Italia, terra di eccellenze culinarie  e tra le tante opportunità, le tappe per i golosi abbandano. Tantissime le occasioni per assaggiare e gustare i prodotti dolciari locali. Da Nord a sud gli appuntamenti più golosi sono feste, sagre e fiere, con espositori provenienti da ogni regione italiana perché per i piaceri del palato non c’è recessione o crisi che tenga!

 

6 thoughts on “Professioni anti-crisi

  1. Cara Loretta, su una cosa hai perfettamente ragione, fare il panettiere fa guadagnare bene. Difatti uno che conosco io, mi confidava che ogni 2 anni si comprava un alloggio. Ma ti sbagli su una cosa, che fare il panettiere vuol dire alzarsi alle 1 del mattino. Sono pochi quelli che lo fanno, perchè sono quelli che fanno ancora il pane come una volta, con lievitazione naturale. Dove abitavo prima, il mio dirimpettaio era panettiere e scendeva tutte le mattine all’1,30, difatti ci incrociavamo spesso.
    Ora i panettieri utilizzano gli accelleratori di lievitazione, vanno in panetteria alle 5 ed alle 8 il pane è già pronto.
    Inoltre grazie al fatto che le farine sono troppo raffinate, devono usare anche degli additivi del gusto, altrimenti il pane non saprebbe più di niente.
    Io il pane delle panetterie non lo compro e non lo mangio. Per mia fortuna abbiamo ancora alcuni forni a legna dove i panettieri fanno delle gustosiissime pagnotte che anche 2 giorni dopo puoi mangiare. L’unica controindicazione è che te ne mangi 1 kg senza accorgertene.
    PS Hai percaso sentito di studi se questi prodotti che mettono nel pane nel tempo possono provocare danni alla salute?
    Ciao e chiedi al tuo panettiere se fa uso di quella robaccia..

  2. Grazie per il contributo che arricchisce l’informazione – anch’io sono reduce dalla buonissima esperienza del sapore fatto sul fuoco e con legna, capisco le tue scelte, noi moderni cittadini purtroppo ci dobbiamo affidare al pane “incelofanato” – non ho un panettiere di fiducia compro qua e là, dove la fretta, mi consente! – dovremmo girare la tua domanda ai nostri amici Gianluca che è esperto di alimentazione alternativa o al nostro medico virtuale di fiducia – per ora, ciao

  3. Fate attenzione al pane che mangiate, come ha detto Raffaele ormai ci mettono dentro ogni sorta di additivi chimici, per dare il gusto, correggere la lievitazione e per farlo venire bello dorato. Al giorno d’oggi qualsiasi persona potrebbe fare il panettiere, tanto basta che metti la polverina ed il pane e’ bello pronto.
    Poi quando lo mangi continua a lievitarti nello stomaco. Alcuni mettono in relazione questi additivi con l’ aumento dei tumori alla mammella che sono in aumento di 20.000 casi all’anno. Poi pensate che nel pan carré mettono addirittura l’alcool etilico per mantenerlo morbido.

  4. ciao e benvenuto, grazie anche a te per il contributo informativo – oohh consumo pan carré, compro spesso pane nei supermercati e, beata ignoranza, stavo meglio prima di sapere quanto da voi affermato! Non c’è scampo, il riso lo sbiancano, la farina la imbastardiscono, nei sughi ci aggiungono di tutto, la verdura è veleno diluito, che facciamo?

  5. Ti ho trovato ma non so come “riceverti” regolarmente.

  6. Dovresti provare con i Feed Rss creando un collegamento tra i nostri link – ciao se hai bisogno di maggiori informazioni chiedimele e ti sarà dato! un bacione

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