Il caso di inaudita violenza contro animali assolutamente indifesi che pochi giorni or sono ha scosso la coscienza della rete provocando un’ondata di sdegno, ha avuto il finale che tutti si auspicavano: la polizia ha rintracciato la protagonista del video.
La ragazza che nel breve filmato veniva ripresa mentre uccideva sei cuccioli di cane lanciandoli in un fiume, uno per uno, gioendo a ogni lancio tra i guaiti terrorizzati degli animali, ha un nome e un volto. E’ minorenne e bosniaca.
La polizia non ha ovviamente fornito dati identificativi visto la minore età della giovane i cui genitori ora rischiano di pagare una multa di 5mila euro per «trattamento crudele di animali». L’aiuto determinante sarebbe venuto dai suggerimenti forniti da gruppi animalisti del Paese, che si sono giovati anche del passaparola delle nuove tecnologie. Su blog, forum e social network come Facebook, infatti, dopo la pubblicazione del video erano apparsi decine di gruppi di condanna nei confronti del gesto della ragazza, che chiedevano a chiunque avesse idea dell’identità della ragazza di parlare con le autorità. E’ stato abbastanza facile quindi per la polizia mettersi sulle tracce della crudele protagonista e il breve “attimo di video gloria” peraltro filmato dal fratello ha reso “pan per focaccia” all’insensibile coppia.
All’ episodio di per se raccapricciante aveva fatto seguito l’adesione di circa 250 persone al gruppo nato con “intenti ironici” la “Federazione italiana per il lancio del cucciolo”. Sul sito (che è stato subito cancellato) si potevano leggere frasi del tipo: “Il getto del cucciolo (detto anche impropriamente lancio del cucciolo) è una specialità dell’atletica leggera, in cui l’atleta cerca di scagliare il più lontano possibile su uno specchio o corso d’acqua un cucciolo vivo, provocando lo spruzzo più artistico”. E tra le foto postate anche quella di Giovanni Paolo II mentre libera una colomba con il commento: “un illustre praticante del lancio del cucciolo del passato”…
Mi rendo conto di avere scarsa capacità ironica ma francamente non riesco a trovare divertenti certe iniziative e visti i tempi che corrono invece di sforzare la fantasia con proposte “ironiche” sarebbe decisamente più utile diffondere forme di educazione al rispetto degli animali che ribadisco ancora una volta sono in grado di provare emozioni, di soffrire e di gioire e quindi devono essere tutelati da qualsiasi forma di violenza o maltrattamento, siano essi d’allevamento o domestici.
Se in tempi passati gli animali venivano uccisi per procurarsi cibo oggi lo si fa per la bellezza e anche per il divertimento e ciò è inammissibile.
Gli uomini sono diventati crudeli.
In tempi più remoti la gente ha vissuto un rapporto più pacifico con gli animali. La vita degli uomini era unita alla vita degli animali. E noi dipendevano anche i dagli animali.
Ma i tempi sono cambiati.
Prima la gente uccideva gli animali solo per sopravvivere e si usava tutto di loro: la carne, le pellicce, le ossa ecc. Oggi le ragioni per cui gli animali sono sfruttati, torturati e uccisi sono tante, aggiungerci anche il divertimento o l’estetica mi pare troppo. Gli animali vengono trattati in modo crudele. Lo sfruttamento degli animali è una costante della nostra società, essa trae profitto dalla sofferenza altrui quotidianamente. L`uomo ha disimparato a trattare gli animali come esseri viventi da dover rispettare.
Oggi loro vivono solo per l`utilità della gente. Abbiamo totalmente dimenticato il messaggio di compassione per tutte le forme di vita?
D’altra parte vista la forte reazione e l’aiuto fornito alla polizia una buona maggioranza del popolo della rete indipendentemente dall’appartenenza o dall’orientamento politico e/o religioso concorda sulla tutela verso gli animali che dev’essere totale e garantita, per proteggere gli animali da soprusi e violenze commessi dall’uomo moderno. Potremmo riuscirci solo se i cuori o le menti degli esseri umani verranno scossi dal messaggio della nostra etica basata sulla compassione.
Noi che ci proponiamo come la punta eticamente più evoluta di questa civiltà in cammino, dobbiamo dare il buon esempio.
Un mondo migliore, ha bisogno di una nuova coscienza umana più giusta e sensibile. E forse, questo è un obiettivo importante anche per le nostre stesse vite.
8 settembre 2010 alle 17:36
Questa del lancio di cuccioli me l’ero (fortunatamente..) persa.
Non voglio stare a dilungarmi troppo. Da piccolo vivevo in campagna e nel mondo contadino il rispetto per l’animale non va confuso con l’animalismo spinto. Il cane da guardia sta alla catena perchè morde. Avevamo cani e gatti e tanti altri animali ovviamente ed i gatti facevano sempre i gattini. Se diventavano troppi, mio padre o mio zio prendevano un sacco, li mettevano dentro e li buttavano nella roggia (dicesi “roggia” canale di irrigazione).
Punto. Era la logica contadina ma non c’era nessun compiacimento o gioia nel gesto e questa è la differenza. Oggi ci sono troppe braccia rubate all’agricoltura che scrivono su fescbuk.
a.y.s. Bibi
8 settembre 2010 alle 17:52
Ho sfiorato anch’io il mondo contadino e la crudezza della sua realtà – quando protestavo per i cani legati ad un metro di catena che dovevano fare il loro dovere cioè la guardia senza acqua o cibo mi veniva risposto: “mbhè non è un cristiano! – so che la logica del contadino è quella che l’animale sia utile e basta – non sono un animalista spinta vorrei solo spazzare via la crudeltà inutile e gratuita – se dobbiamo convivere dandoci una mano l’un l’altro non vedo perchè la razza superiore lo debba fare con insensibilità.
12 settembre 2010 alle 13:50
Hai usato le parole “Razza superiore”. Non è che ti sei sbagliata?
Hai letto anche tu quello che ho scritto nell’ARTICOLETTO 15.
Ti manderò separatamente una foto che “ho rubato” da un simpatico Blog.
12 settembre 2010 alle 16:58
hai ragione ho dimenticato le “…” che avrebbero tolto ogni dubbio – sono figlia di un cacciatore molto moderato ma pur sempre cacciatore e forse anche questo ha contribuito a farmi inserire una linea ben marcata fra i concetti di reciproca utilità, crudeltà e inutilità, come la caccia, oggi –