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by Loretta Dalola

Povera Pasqua!

4 commenti


Una festa all’insegna dell’austerity, in linea con la sobrietà a 360. La Pasqua degli italiani è stata all’insegna del risparmio.

Nel servizio del Tg2 si pone in risalto come gli italiani in tempi di crisi siano costretti a rivedere i loro concetti di “festa, festeggiamenti e vacanze”. Il 70% circa è rimasto  nelle proprie case abbandonando l’idea di un viaggio o di una gita fuori porta. E non poteva essere altrimenti visto che la crisi che sta attanagliando il Paese.

Pasqua, aria di festa, voglia di novità e vacanza.  Invece,  una festa tra le quattro mura domestiche, per 8 famiglie su 10 e questo non perché il clima familiare sia sinonimo di felicità, piuttosto perché gli italiani, non possono più permettersi di festeggiare al ristorante o altrove. I commercianti, gli albergatori, i balneari aspettavano con ansia questo giorno per risollevarsi da un periodo passato all’insegna delle ristrettezze. Ora la Pasqua è arrivata, eppure il giorno è trascorso all’insegna della normalità. Poche presenze, pochi affari, pochi i turisti che hanno prenotato nelle strutture alberghiere. Vuoi per la crisi economica che incombe e incita a condotte verso il risparmio, vuoi per il caro benzina che ti costringe a mettere mano al portafoglio, vuoi per la nuova tassa di soggiorno, sta di fatto che sono pochi coloro che hanno deciso di muoversi  per le vacanza pasquali. E chi lo fa, si ferma solo per il weekend, a dimostrazione del fatto che la crisi c’è e che, spesso, sono proprio le vacanze quello a cui si deve rinunciare.

Un calo del 10% rispetto allo scorso anno. Cala a picco  il giro di affari turistici. Un decremento del 4% che costituisce un campanello d’allarme. 

Come se non bastasse, a questo, si aggiunge il tempo brutto. Gli italiani che hanno preferito rimanere a casa al massimo si sono concessi  una passeggiatina ma, con il maltempo  anche questa voglia è stata all’insegna della tristezza.  Pochissimi gli  stabilimenti balneari  che hanno deciso di inaugurare la stagione estiva con l’apertura pasquale e le spiagge restano ancora deserte.

La crisi economica,  sta prosciungando le finanze familiari.

La crisi dei consumi in generale e turistici in particolare delle famiglie italiane non accenna a diminuire, nemmeno in un periodo tradizionalmente festivo.

Tanti italiani si sono accontentati  di soddisfare almeno il palato.  Si  mangia e si dimentica anche se il budget è limitato (con un costo medio a testa di 40 euro).  Con la crisi si è riscoperto il piacere della preparazione casalinga dei dolci tipici della tradizione di Pasqua, con un crollo del 10 per cento negli acquisti dei prodotti industriali come colombe e uova di cioccolato. Il più gettonato nei menu di Pasqua è l’agnello, presente in una tavola su tre. Nonostante il calo, quella di agnelli, pecore e capretti secondo la Lav è “una strage silenziosa che ogni anno balza in avanti nei periodi di dicembre, marzo e aprile, momenti clou delle festività e delle ricorrenze religiose” e forse questa forzata situazione di ristrettezze economiche potrebbe indurci a prendere in considerazione menù alternativi, che oltre al portafogli farebbero del bene anche ai nostri amici animali.

La tavola è un piacere che ricrea quel gusto conviviale tipicamente italiano, che ha contagiato tutto il mondo, di stare insieme intorno  ad una tavola, per ritrovarsi, fare conversazione, commentare ed assaporare  pietanze raffinate e buon vino.  Non  macchiamoci la coscienza con l’inutile la strage di creature viventi che alimenta ogni giorno l’industria della carne, e che  riesce ad essere ancora più esecrabile quella di agnelli e capretti che trova il suo massimo orrore in occasione della Pasqua, costando la vita a milioni di animali in tenera età uccisi barbaramente. Strappati alle madri nei greggi, che trascorrono giorni interi cercandoli e disperandosi, sottratti ai loro giochi spensierati per essere ammassati su furgoni che li portano verso la morte, senza più un filo di voce per i belati di terrore che emettono fino all’ultimo istante di vita.

 Tutto questo in nome del consumismo. Un cocktail di crudeltà, business, ed ignoranza. Un’ulteriore dimostrazione di come sia l’uomo la bestia più feroce del creato. Ecco perchè l’Italia deve fare un grande cambiamento culturale, ecco perché dobbiamo promuovere una nuova coscienza di amore e rispetto di ogni creatura vivente.

Occorre rivedere una concezione di tipo gerarchico in cui l’essere umano sta, per così dire, in cima, sotto e in basso tutte le altre cose: elementi naturali, piante, animali.

In questa errata concezione, il rispetto e l’insieme dei diritti riguardano soltanto l’essere umano, tutto il resto è in funzione  strumentale del medesimo.

Varrebbe la pena riflettere che non é  un obbligo e, ritrovarsi insieme, non vuole dire per forza sgozzare senza stordimento, quello che ci troviamo nel piatto!

4 thoughts on “Povera Pasqua!

  1. Cara Loretta, sai come la penso in proposito per cui non aggiungo nulla al tuo bel post.
    Un abbraccio
    Raf

    • Dubbio alcuno mi colse! – Entrambi facciamo un tentativo utilizzando questo spazio per ampliare la cultura e il rispetto degli animali, nella speranza che dia buoni frutti – ciao e grazie

  2. Cara Loretta,
    Hai scritto, al solito, un articolo bellissimo. Hai messo l’Italia in ginocchio.
    Mi dispiace ma questa volta non riesco ad essere d’accordo con te.
    Credo che se certi italiani devono fare qualche sacrificio non ci sia assolutamente niente di male. Sto parlando di quelli che per decenni hanno fatto i “furbetti” a spese di tutti noi. Se ora, per loro c’è un po’ meno bengodi, forse, dico forse potranno fermarsi un momento e riflettere. Gli altri italiani non sarebbero andati ugualmente da nessuna parte perché già stavano male. Per questi sono veramente dispiaciuto perché continuano ad essere maltrattati. Per non parlar dei “precari” che non possono guardare neppure un poco avanti. Ecco i datori di lavoro dei precari mi fanno schifo; in fondo fanno anche loro parte dei furbetti.
    Per quanto riguarda gli agnelli, trovo il discorso molto difficile. Quanti animali vengono “gustati” dall’uomo onnivoro! Mi hai fatto pensare al vicentino dove (dicono) spariscono i gatti e altre parti d’Italia dove vengono sgranocchiati gli uccelletti. Non ho potuto fare a meno di pensare al Viet Nam dove va per la maggiore la carne di cane.
    Può il genere umano diventare vegetariano?
    Ciao Quarc

    • Tanta carne al fuoco hai messo…e parli del vegetariano! – umorismo a parte, la mia utopica speranza vorrebbe che, l’essere umano, per procurarsi quello che ritiene necessario, non utilizzasse metodi cruenti e dolorosi – la situazione in Italia sta diventando molto difficile, e chi ha tanto, e se lo è pure procurato in modo disonesto, non ha il senso di vergogna o di ingiustizia, continua la sua strada alla faccia di tutto e tutti – dubito che ci saranno cambiamenti a meno che, si ottengano come sempre con la forza, purtroppo! ciao e grazie

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